Don Pierluigi Colleoni, “ma Don Luigi va bene lo stesso” dice lui, è il nuovo parroco di Torrenieri.
Proviene da Bergamo “bassa” -specifica- “perché ogni volta che si parla di Bergamo tutti mi chiedono: de sùra o de sóta? Ecco, io vengo dalla bassa, da Ciserano, un paese di circa 6000 abitanti a 12 Km. dalla città.”
Entrato in seminario a Siena dal 1997 è stato successivamente vice parroco di San Rocco, poi ha fatto il parroco a Colle, quindi ad Arcidosso e infine è giunto qui da noi.
Il Vescovo gli ha assegnato, insieme a Torrenieri, anche S. Quirico d’Orcia, Bagno Vignoni e Gallina. La necessità di doversi spostare di frequente da un posto all’altro svela il motivo per cui non si vede molto spesso in paese. Il fatto, ci spiega poi, è che lui stesso aveva chiesto di fare comunità con altri sacerdoti e, in questo senso si ritiene soddisfatto di quanto finora ottenuto.
“Qui nella casa canonica di Torrenieri adesso siamo io, Don Giovanni che si occupa di S. Antimo e delle parrocchie dei dintorni e Don Angelo, grande studioso della Bibbia che provvede alla catechesi. Il loro obiettivo è quello di rivalutare S. Antimo.” Da qui il problema delle messe.
Dovendo servire più località si cerca di trovare orari più confacenti alle varie comunità. Intanto a Torrenieri, oltre a quella fissa del sabato avremo una messa pure la domenica, anche se sempre di pomeriggio. Alle 9 di mattina sembrava che fosse troppo presto. Per il momento stiamo sperimentando la reazione dei fedeli alle varie situazioni. Piano, piano, si troverà l’orario più adatto per tutti. Si deve cercare di capire che a tutti piacerebbe avere la messa la domenica, ma con quattro località diverse questo è impossibile. (ndr – sulla pagina di questo sito dedicata alla parrocchia verranno pubblicati tutti gli orari e gli aggiornamenti che ci verranno segnalati)
“Ho intenzione di entrare a far parte della comunità di Torrenieri e questo per me è l’inizio di un nuovo cammino. Come infatti ho già detto giorno del mio ingresso, anche nei luoghi dove sono stato in precedenza non ho mai fatto niente da solo, ma abbiamo fatto tante cose insieme alla comunità locale. Ogni paese infatti ha le sue peculiarità, i suoi pregi e i suoi difetti, come del resto abbiamo tutti, ma collaborando si fa comunità.”
Il primo obiettivo di noi sacerdoti -dice- è quello di portare la parola di Dio in mezzo alla gente e, nonostante le dovute precauzioni imposte dal covid, cerco comunque di essere sempre presente.
Per questo ha già iniziato a prendere confidenza con le persone che più spesso frequentano la parrocchia e ad incontrarsi con i ragazzi della prima comunione, con i quali ha già instaurato un buon rapporto. “Magari con gli adulti ci vorrà un po’ più tempo ma dai ragazzi ho già avuto un buona risposta.”
Tra le sue intenzioni quella di esporre in maniera più consona la statua della “Madonna della Francigena” mal posizionata all’interno della chiesa e troppo spesso rimasta nascosta ai pellegrini che avrebbero voluto visitarla ma hanno trovato il portone chiuso. Vorrebbe anche cercare di tenere le chiese aperte, compresa quella di San Rocco perché non gli piace che stiano chiuse ma, dice: “I preti sono sempre di meno e i loro compiti si accavallano. Anche noi come la Pro Loco abbiamo bisogno di gente volenterosa che ci dia una mano perché da soli non ce la possiamo fare. Purtroppo trovare queste persone diventa sempre più difficile. Comunque io non sono il tipo che su queste cose si tira indietro e sono convinto che piano, piano, si costruisce tutto.”
Quindi due parole sulla festa della Patrona e sulla possibilità di qualche evento durante il Natale, ipotizzando alcune idee in proposito, da mettere in pratica se possibile.
Si ritiene una persona molto timida e per questo, a maggior ragione, necessita di un po’ di tempo per imparare a conoscere le persone, in modo da potersi integrare al meglio. “Ma se c’è la collaborazione, io comunque ci sono. Se c’è da tagliare il pane o lavare i piatti non mi sta pensiero, perché mi piace stare in mezzo alla gente. Il contatto con la gente mi fa stare bene.”
Un altro obiettivo che si pone Don Pierluigi e di cui molti sentivano la mancanza, soprattutto per le difficoltà del covid, è quello di andare periodicamente a trovare le famiglie, gli anziani e comunque chi desidera incontrare il sacerdote, per fare la comunione o anche solo per parlare. “Ho già ricevuto alcune richieste e appena la situazione migliorerà sono pronto a cominciare. Intanto ho già fatto il vaccino.”
In teoria Don Pierluigi dovrebbe restare con noi almeno per i prossimi 9 anni e probabilmente ancora di più. Le premesse sembrano buone e noi, da parte nostra, gli facciamo i migliori auguri di buona permanenza.