Nel febbraio del 1973 il professore di storia e la professoressa di italiano chiesero a tutti i membri della mia classe di fare una ricerca sulla storia, l’economia e le previsioni di sviluppo del luogo in cui abitavano. Quelli di Siena si misero subito d’accordo, si spartirono i compiti e si occuparono delle rispettive mansioni; io unico di Torrenieri avrei dovuto fare tutto da solo. Ma come? Dove cercare?
Il parroco di allora era l’indimenticato Don Rino Pieri, uno dei migliori che Torrenieri abbia mai avuto, con cui tutti, ma in particolare i ragazzi della mia età avevano un ottimo rapporto. Mi venne in mente pertanto di chiedergli, come avevo fatto con altri, se sapeva dove poter reperire notizie utili alla mia ricerca e, con mio immenso piacere, scoprii che anche lui stava facendo delle ricerche su Torrenieri e che avremmo potuto farle insieme.
Ci dividemmo i compiti: a lui, che sapeva dove andare, le ricerche negli archivi storici e a me la raccolta di informazioni sull’industria, l’agricoltura e l’economia. In pratica a lui va il merito di aver fatto il grosso del lavoro, compresa l’impaginazione e l’aggiunta di alcune bellissime stampe del “Giannetti”; io in realtà, a parte qualche uscita con lui senza neanche sapere bene dove, per aiutarlo nelle ricerche sui libri di storia, alcune interviste alle aziende e quattro righe di commenti ho fatto ben poco. Alla fine mettemmo insieme i dati e facemmo due distinte pubblicazioni: la sua si chiamava “Torrenieri – note di vita religiosa e civile” e si occupava più del lato storico/religioso. La mia solo “Torrenieri – note di vita” e prendeva in considerazione maggiormente il lato economico e le previsioni future, come chiedeva la scuola.
Lui distribuì la sua per la festa della patrona, nel luglio del 1973 ed io, dopo averla imparata quasi a memoria, portai la mia a scuola dove peraltro fu molto apprezzata e mi giovò per un punteggio aggiuntivo a fine anno scolastico. Avevo 14 anni, il mio risultato l’avevo raggiunto e le pubblicazioni finirono in soffitta insieme ai libri di scuola.
Passano gli anni e a fine novembre 2018 la Pro Loco di Torrenieri, sempre attenta a creare interesse attorno ai valori storici e culturali del nostro paese, stampa, pubblica e promuove un bellissimo libro di Bruno Bonucci dal titolo: “Torrenieri, il borgo della Regia Romana Postale”. Si tratta, per Torrenieri ma non solo, di un libro molto interessante dal punto di vista storico, definito così anche dalla pregevole prefazione di Raffaele Giannetti e dagli interventi degli esperti che lo hanno commentato durante la presentazione ufficiale al teatro di Torrenieri.
Io, da appassionato di storia del mio paese lo leggo e… Ma quel documento… Mi sembra… Vado a cercare in soffitta e tiro fuori i miei libretti, solo che la versione di Don Rino, stampata e rilegata in una stamperia è ancora intatta, mentre la mia, fatta di fogli stampati col ciclostile della scuola e spillati insieme, è diventata un ammasso righe macchiate di blu. Con mio grande stupore riconosco comunque alcuni documenti esattamente uguali a quelli del libro. Ovvio! Gli archivi sono quelli e la storia non si cambia. Bruno Bonucci nelle sue ricerche aveva reperito alcune delle informazioni negli stessi archivi frequentati dal compianto Don Rino. “Un lavoro alla buona e senza pretese” dichiarava il parroco a proposito del suo opuscolo, invece aveva fatto proprio un bel lavoro. Bruno dal canto suo, da bravo storico, era andato ben oltre. A lui va l’onore e il merito di aver recuperato tante informazioni in più, alcune delle quali anche più dettagliate delle nostre e di essere riuscito a ricucirle tutte insieme in quell’intaressante libro che ha scritto. Onore anche alla Pro Loco di Torrenieri che ci ha creduto ed ha portato avanti l’iniziativa. Senza tutto questo la mia copia sarebbe rimasta in soffitta per chissà quanto tempo e invece adesso che l’ho tirata fuori, magari ci trovo qualche altra cosa da pubblicare prossimamente nella pagina di storia del nostro sito.
La copertina del Monitore, la recensione e parte dell’editoriale
Ed eccoci al 2020. L’ASPOT (Associazione per lo Studio della Storia Postale Toscana) si occupa prevalentemente, come dice il nome, della ricerca della storia postale e di quanto ad essa correlato. Fra le loro numerose pubblicazioni, anche di notevole rilevanza, c’è una rivista ufficiale chiamata “Il Monitore della Toscana” che esce periodicamente e che riporta articoli e notizie pertinenti alla loro attività e più in generale alla storia della nostra regione. Quest’anno quella rivista si è arricchita di due nuove rubriche, una delle quali è stata nominata “Piego di libri” e segnala libri di particolare interesse storico/culturale. Indovinate qual’è stato il primo libro segnalato da quella rubrica. Eh, già! Con una bella e dettagliata recensione compare proprio un bell’articolo sul libro di Bruno Bonucci, il nostro libro. Inoltre Alberto Caroli, autore di numerose pubblicazioni e redattore del “Monitore” lo cita nell’editoriale dicendo fra le altre cose che “rappresenta un importante fil rouge per l’anniversario dell’Associazione e insieme è un segno delle potenzialità locali”.
Da parte nostra ringraziamo l’Associazione per aver contribuito a diffondere il nome del nostro paese e le nostre iniziative. Quest’anno l’ASPOT ha compiuto 25 anni ma, come noi e purtroppo molti altri in Italia, non ha potuto celebrare degnamente la propria festa causa del covid19. Chissà che magari l’anno prossimo, pandemia permettendo, non si riesca a far proseguire quel “fil rouge” organizzando qualcosa insieme?